venerdì 25 novembre 2016

FANCULO SQUALLIDE PERSONE!!!

FANCULO SQUALLIDE PERSONE!!!

Ecco questo è il mio pensiero e ve lo esprimo con serenità e libertà.
Lo scrivo a lettere cubitali.

FANCULO SQUALLIDE PERSONE!!!

Vi attivate con scritti per stampati non perché lo sentite ma perché la ricorrenza lo impone.

FANCULO SQUALLIDE PERSONE!!!

Mi chiedo se un giorno arriverete a comprendere che non siamo tutti uguali, che esistono razze differenti, sessi differenti, mentalità e culture differenti e che tutte queste differenze sono DIFFERENZE!!!

FANCULO SQUALLIDE PERSONE!!!

Vi permettete di additare il razzista o il sessista, vi permettete di giudicare il credo e le azioni altrui.
Nella migliore delle ipotesi, scrivete quello che credete come vostri pensieri e nella peggiore condividete quelli di altri perché li sentite vostri ma non avete il tempo ( così vi raccontate ) di ampliarli con il vostro.

FANCULO SQUALLIDE PERSONE!!!

No al razzismo, no alla violenza sulle donne, sui bambini, sull'animale di turno, no alla guerra, no a quello, no a quell'altro, no,no,no... BLA BLA BLA

FANCULO SQUALLIDE PERSONE AVETE ROTTO IL CAZZO!!!

Si avete letto bene, ho scritto FANCULO ed ho scritto CAZZO!!!

Invece di continuare a rompere il CAZZO al prossimo su come dovrebbe pensare o comportarsi, avete provato qualche volta a pensare a voi stessi? A cosa dovete realmente fare, non solo a cosa dovrebbe fare l'altro, per evitare che quei NO abbiano ragione di esistere?

FANCULO SQUALLIDE PERSONE!!!

IMPARATE A RISPETTARE LE DIVERSITÀ E LE DIVERSITÀ IMPARERANNO A RISPETTARE LE VOSTRE DIVERSITÀ.

FANCULO MAURO SEI PROPRIO UNO STRONZO!!!

(Mauro)

lunedì 18 gennaio 2016

L'EGO DEL LEGO

Un giorno una persona mi regalò una composizione del legò. Piccola. Era il pensiero che contava.
Avere una persona che pensa a te, che si prende cura di te fa sentire il profumo anche in una stalla.
Mi ricordo che aprendo la scatola mi si disegnò il sorriso, in quell'istante ero felice.
Maneggiare quei piccoli pezzi arrivati per dono mi dava allegria ma una volta montato il kit preimpostato, presi l'oggetto, lo depositai sul comodino e ringrazia con un bacio. Tutte le volte che lo osservavo notavo che mancava qualcosa, che non era completo. Si era bello ma non completo e poi mi ritornava il sorriso pensando a quel bacio di gratitudine dato in risposta ad un pensiero ricevuto.
È bello avere una persona che ti ascolta mentre levi le maschere e sveli te stesso ma il solo ascolto non è gratificante, almeno per me.
Sono le aspettativeche fregano o forse sono proprio loro che illuminano la comprensione di noi stessi.
Entravo in camera ed era li che riempiva il comodino tra la lampada, il caricabatterie ed un libro abbandonato per altre ragioni che non erano la mancanza di voglia di lettura. Tra questi oggetti il lego occupato il suo spazio definito ma a me continuavano almeno aumentava, ogni volta che lo vedevo, ad esserci un grande senso di vuoto.
Quel regalo arrivò perchè mi aveva ascoltato una sera quando si parlava di ricordi. Gli dissi che da bambino giocavo al lego e che conservavo ancora i pezzi in un bidone in camera mia. Mi aveva ascoltato e per farmi piacere mi aveva regalato una scatoletta.
Mi aveva ascoltato ma non aveva scavato, non aveva compreso il mio bambino e quindi non aveva compreso me.
Il lego è libertà, è fantasia, è un gioco di incastri. È avere un obiettivo in testa, un sogno, e tramite i mattoncini, crearlo. Svuoti il bidone in terra e ti ritrovi una confusione di colori e forme diverse e tu sei li ad osservare quella confusione mentre nella tua testa è già tutto chiaro.
Il lego però è anche come la vita.
Tu hai tutto in testa, chiaro come il sole ma poi ci sono gli inghippi, i problemi, Le difficoltà, gli spazzi e i tempi che non collimano.
Li sta a te, al tuo genio, alla tua solitudine mentre sei seduto sul pavimento a cercare il pezzo giusto che può adattarsi al tuo creare,che può risolverti il problema.
È in quell’istante in cui sei fermo che si può rischiare di buttare tutto nel cesso. Non trovi il pezzo che vorresti, ti incaponisci perchè tutto non va come tu vuoi, perdi l’obiettivo finale ed inciampi sul problema di percorso.
Crack il gioco finisce.
È in quell'istante che devi dare libertà alla testa ed al cuore, scegliere un pezzo a caso e da li continuare senza schemi con la curiosità di vedere cosa succede. Lo incastri ed il problema è risolto.
All’atto finale cosa importa nella creazione se c’è uno spigolo in più o in meno?
L’importante è che la navicella spaziale voli.
Il vuoto che provavo nel vedere quell'oggetto sul comodino era il vuoto che c'era dentro di noi. Mi aveva ascoltato, si, ma non aveva scavato. Mi aveva pensato, si, ma non si era presa cura di me.
Non è una colpa è che semplicemente non eravamo allineati.
Pezzo uno si incastra in pezzo due, blocco tre si incastra in blocco quattro, alla fine metti il coperchio ed il gioco è finito. Pronto per essere posato sul comodino.
In quel pensiero, in quell'ascolto, in quel lego sul comodino non c’era la mia fantasia, la mia libertà, non c’ero io, come potevamo esserci noi?

domenica 18 ottobre 2015

Ascensione


Io, figlio di un Re, gettato in pasto ai lupi per soddisfar la loro fame, io spirito che naviga non posso rimanere inerte al supplizio che i miei occhi son costretti a sopportare nel vedere lo sperduto fiume di dolore, io, rinuncio e lascio.
Nuovamente umano tra gli umani mi abbandono tra gli inferi di questo inferno perché così deve essere e senza avere mi dono al tuo desiderio.
 Io impuro tra gli impuri, sublime vita del tuo creato, arte nel tuo disegno, così, cammino tra questi angeli caduti e nel vivere il loro dramma, ogni nube si dissolve e si manifesta la risposta tanto attesa alla domanda sospirata tra le lacrime di quell'ultimo respiro.
Io ringrazio e attendo il tuo richiamo.

lunedì 16 marzo 2015

3 Marzo


Ogni passo sofferente
il dolore di ogni graffio
sottolinea il mio passaggio

Camminando la tua luce
ho lasciato quel che ero
per risplendere di te

ogni passo è ormai certezza
evidenzia il mio sorriso
nel sentire il tuo sostegno

Camminando la tua luce
ho spogliato la paura
rinascendo in quel che sono


martedì 25 ottobre 2011

LA SCELTA IMPROVVISA

Un tempo ero vorace di rabbia e per soddisfare la mia fame, mi creavo aspettative insane. In ogni situazione trovavo il pretesto per indossare la mia armatura da guerriero facendo richieste che non potevano essere soddisfatte, ed appena il mio desiderio inconscio, incontrava la sua giustificazione in ogni negazione ricevuta, liberavo le armi riversandole al mondo. Era una fame incontrollabile, ingorda e nemica della sazietà. La gabbia che mi ero costruito e in cui vivevo, fu la mia prima opera d’arte. Avevo curato ogni minimo particolare, il vaso di rose che innaffiavo sistematicamente ogni giorno era alla luce del sole e davanti al mio sguardo, sempre. Non mi distoglievo mai dal guardarle, non avrei potuto fare altrimenti, l’alternativa era mettermi in gioco e questo, onestamente, non era previsto nel mio essere e ne tantomeno nel mio concepire la vita. Ogni petalo accompagnava ogni spina in una danza tra il dolce e il salato, imparata ricevendo informazioni errate. Avevo messo anche un pomello d’oro alla porta socchiusa ed il tappeto rosso srotolato e sempre pulito che servivano ad accogliere solennemente ogni situazione che potesse innescare il mio bisogno, ed immancabilmente, ogni giorno, quella porta veniva spalancata e varcata. Nella mia valle incantata, il cibo non mancava mai, ero un fantastico agricoltore e non temevo le ire del tempo, seminavo e raccoglievo i frutti che andavano ad imbandire la mia tavola……

venerdì 12 agosto 2011

AMOR MIO

Amor mio,
tra le tue braccia,
vivo,
mi cibo,
respiro.
Amor mio,
dentro i tuoi occhi,
il mio sguardo è rapito,
incantato,
ammaliato.
Amor mio,
sfiorandoti,
assaporo il divino,
tu,
dolce nettare sublime.

martedì 2 agosto 2011

TU ALL'IMPROVVISO

Alla deriva,
senza l’illusione di una rotta,
lo sguardo invaso d’orizzonte,
senza più il bisogno di quegli effimeri ormeggi,
catene legate all’ancora,
come paure alle certezze.
Alla deriva,
navigando nel qui ed ora,
lo sguardo colmo di curiosità,
con l’esigenza di non opporre resistenza,
vele spalancate al vento,
come braccia aggrappate alla vita.
Alla deriva
respirando ogni tuo respiro.

venerdì 8 luglio 2011

CONFESSO

Quell’atto di pura follia, scaturito dal pensiero che il tutto sia possibile, e quindi dato per certo perché esistente e vivo nella mia immaginazione, mi ha dato l’opportunità di sperimentare l’infinita possibilità umana. Nell’attimo in cui presi coscienza dell’accaduto, rimasi stupito, tanto quanto i presenti che da testimoni , ne divulgarono l’azione. Nello stupore, il mio sguardo oltrepassò l’orizzonte andando ad abbracciare l’infinito e lasciandomi l’estasi disegnata sul volto che i presenti scambiarono per divina apparizione. L’eco generato, nel riportare la notizia, arrivò alle orecchie di genti lontane creandomi una certa notorietà, che sicuramente ha giovato alle mie ricerche, avendo aiuti da persone di ogni ceto e rango, ma è stata anche una condanna che ha attratto a me malignità e odio . Devo ammetterlo, l’errore è stato di non concedere il privilegio della sapienza, a chi come me, ne avrebbe avuta la possibilità, se solo avesse lasciato la logica alle menti matematiche e avesse abbracciato l’irrazionale intrinseco a ogni essere, ma è anche vero che non erano pronti ad apprendere una tale informazione. Avrei dovuto, se solo ne avessi avuta la forza, provare almeno a spiegare, rinunciare all’ego e a ogni forma di proprietà, ma la natura umana, mi ha sopraffatto lasciandomi il silenzio tra le labbra e lasciando che quel silenzio innescasse l’eco della mezza verità. Confesso, credo, che camminare sull’acqua, sia stata una magnifica esperienza.

venerdì 6 maggio 2011

CUSTODE ERRANTE

Le inquietudini
Sovrastano le paure
E i respiri si fanno di ghiaccio
Mentre cammino verso il tramonto.
La vista muta l’abitudine
Abbandonando i colori al giorno che muore
Si concede ai bagliori oscuri della notte.
Un’altra pagina girata e la storia prosegue.
Scale di grigi
Mischiandosi
Creano sfumature nelle ombre
E così gli incubi
Si disegnano sui muri
Mostrandosi nudi al mio sguardo .
Gli concedo il privilegio di accompagnarmi.
camminare in mia compagnia
Non è difficile come un tempo.
E così il respiro si scalda nuovamente
Mentre l’alba rasserena l’inquietudine
Io
custode del sapere
Confesso al nuovo sole
i segreti della notte .

martedì 3 maggio 2011

MANI TESE

Nord, sud, ovest, est
Differenze sommabili appaiono
ai miei occhi che osservano
un’umanità cannibale
sopravvivere sottraendosi.
Imbarazzanti giustificazioni
decantate come
declamazioni divine
tra rumori di bombe
e pianti infantili
invadono il mio sentire.
Un unico comandamento
giudico il tuo essere
per salvare il mio avere
combatto la tua essenza
per la pace del mio spicchio
Nord, sud, ovest, est
Madre terra
neutrale
affonda il suo sdegno
Risvegliando i suoi ospiti
Dal’ onnipotenza carnivora
Non c’è mezzo, invenzione,
geniale creazione
che possa trattenere il suo insegnamento
Quindi
perché accanirsi fra di noi ?
Nord Sud Ovest Est
Pace
Nord, sud, ovest est
Rispetto
Oggi per domani.
Unica famiglia umana

MANI TESE

Nord, sud, ovest, est
Differenze sommabili appaiono
ai miei occhi che osservano
un’umanità cannibale
sopravvivere sottraendosi.
Imbarazzanti giustificazioni
decantate come
declamazioni divine
tra rumori di bombe
e pianti infantili
invadono il mio sentire.
Un unico comandamento
giudico il tuo essere
per salvare il mio avere
combatto la tua essenza
per la pace del mio spicchio
Nord, sud, ovest, est
Madre terra
neutrale
affonda il suo sdegno
Risvegliando i suoi ospiti
Dal’ onnipotenza carnivora
Non c’è mezzo, invenzione,
geniale creazione
che possa trattenere il suo insegnamento
Quindi
perché accanirsi fra di noi ?
Nord Sud Ovest Est
Pace
Nord, sud, ovest est
Rispetto
Oggi per domani.
Unica famiglia umana

giovedì 28 aprile 2011

SMARRITO E LUCIDO

La prima volta che ho sentito il respiro invadere i polmoni, avevo 6 anni, le orecchie erano assordate dai rimbombi di tutte le voci che si mischiavano in quella palestra, ed i miei occhi erano incollati alla mia futura passione. Non che fino ad allora non avessi mai respirato, in sei anni, tra risa, pianti e sogni raccontati, ne avevo consumato di ossigeno, ma fu quella volta che mi accorsi del tragitto che l’aria compie dentro di me per arrivare a riempire le spugne e concedermi il privilegio di vivere.
Era il primo giorno di scuola ed il mio desiderio era di fronte a me. Il mio primo desiderio, non di quelli che sogni per natale, incartati ed infiocchettati che giacciono sotto l’albero in attesa della mezzanotte. Questo era di più, era il sogno di condividere i miei più preziosi e gelosi giochi, era la metà mai avuta nelle mie fanciullesche solitudini passate con gli amici a giocare a biglie o a nascondino.
Capì immediatamente che tutte le mie certezze, se di certezze si può parlare a sei anni, erano crollate miseramente nell’istante in cui la vidi, ed insieme a loro crollarono le mie ginocchia che incominciarono a tremare timidamente. Troppe emozioni, fino ad allora a me sconosciute, arrivarono a presentarmi il conto della vita. Conobbi in un solo istante l’amore, la timidezza, l’incertezza, ed altre emozioni che in questo momento non so dividere da quell’uragano che mi travolse.
Disagio, ecco la parola giusta che può racchiudere quel fotogramma. Mai fino ad allora mi sentì a disagio con me stesso e con il mondo. Tutto, adesso, prendeva una nuova forma ed un nuovo peso, ed io non ero ancora pronto per affrontare quel cambiamento esistenziale, che mi faceva mettere il tutto, compreso il mio egoismo, in secondo piano. Adesso c’era lei e la situazione mi piaceva più dello zucchero filato.

giovedì 21 aprile 2011

IL TERZO GIORNO

Copro il sole con la rete, fili freschi sul mio viso, miscelazione di luce ed oscurità, confonde il mio sguardo, colori sovrapposti, disegnano l’illusione di vedere il lucido e l’opaco in me.
Mi scontro ora, con i re magi, non voglio camminare, per poi arrivare a quello che non c’è .
Rinchiudo il vento, nel mio mantello, il suono che nasce, da spazio ai miei ricordi, che tornano a rivivere, odori, gusti, attimi, eterni, si sdraiano sulla tela, in un dipinto incorniciato in me.
Mi scontro ancora, con i re magi, non voglio camminare, per poi arrivare a quello che non c’è.
Mi libero nel’ acqua, lasciandomi ondeggiare, dalla corrente, mi lascio trasportare, così il sole, libero dalla rete, il vento, lo lascio respirare, trovandomi a quattr’occhi, sorrido a quel che è.
E cammina sulle acque, mentre faccio il morto a galla,sentendo dentro, il sole caldo illuminarmi , il vento, ossigenare i miei polmoni, acqua, scendere nella gola, a dissetare l’anima al suo risveglio.
Adesso, mi trovo a camminare, rincontro i re magi, smarriti ormai da tempo, mi chiedono un’ aiuto, ed io rispondo, su quel che è, e non è.

mercoledì 6 aprile 2011

UOMO ( 20 Maggio 2008 )

Devi stare in equilibrio, non devi pensare ad altro,
mi diceva,
guarda dritto avanti a te
un passo e poi l'altro uno due senza fermarti,
ed io,
teso su quell' asse da ponteggio mobile
che ondeggiava come le campane la domenica mattina.
Si un po' meno di come l'ho descritto
anche perché sarebbe stato come il mare in burrasca.
Tu l'hai mai visto il mare in burrasca ?
Hai mai provato a sopportare le onde che ti prendono all'improvviso ?
Che ti entrano dentro nello stomaco schiacciandoti l'interno
Ed allo stesso tempo
ti rendono leggero come una piuma
prima di ributtarti giù contro il pavimento di quella zattera
che ti porta verso il futuro.
Già non sai neanche di cosa sto parlando !!!!
....e come potresti,
tu che hai avuto la fortuna
di nascere dalla parte giusta del mondo
con la pelle del colore giusto.
Devi stare in equilibrio ,
accontentati di quello che ti do
mi diceva
come se le gocce di sudore
che mi scendevano dalla fronte
fossero una mia mania di protagonismo ,
come se quel pezzo di pane e brodaglia calda della sera
fossero dei dolci che mi donava in segno di benevolenza ,
di amor di cuore suo.
Devi stare in equilibrio
continuava a ripetermi
già ma come puoi stare in equilibrio
quando lavori dalla mattina alla sera con la paura di essere preso ,
con il timore di farti del male
perché
il tuo posto di lavoro è un cantiere di anime disperate come te
senza norme di sicurezza
come ai tempi dei miei antenati
quando da schiavi alzavano le Piramidi.
Come puoi stare in equilibrio
e adesso parlo di quello mentale
quando dopo una giornata di lavoro
ritorni a casa
a piedi, sporco di calce e di polvere
che schiariscono la tua pelle
e vieni mitragliato dagli sguardi della gente
che ti fissa sul marciapiede incrociandoti e giudicandoti
senza neanche il coraggio di esprimersi ,
muti ma pensanti .
Sarà stata la fame, la stanchezza il carico eccessivo sulla mia schiena
oppure il continuar a sentire la sua voce minacciosa che mi continuava a ripetere
DEVI STARE IN EQUILIBRIO
non so dare una spiegazione ma sta di fatto che l'ho perso,
è stato un' attimo
e me lo sono sentito scappare l'Equilibrio
e tutto quello che portavo sulla schiena.
Giù lo vedevo precipitare il tubo
ed io in un istinto si sopravvivenza
sono riuscito ad aggrapparmi a quel ponteggio
proprio nell'attimo in cui
il tubo uccideva il mio compagno di sventura.
Bastardo !
mi ha strappato dai miei affetti con la promessa di un futuro
mi hai levato dalla mia terra
arida si arida ma comunque mia
con la promessa che avrei avuto la possibilità di potermi permettere un pozzo al mio ritorno,
che con i soldi guadagnati
dopo avere pagato il debito
sarei potuto ritornare ed avrei potuto irrigare la mia terra
per poter vedere crescere la vita fatta di frutta e verdura
ed avrei donato il sorriso ai miei figli seduti intorno alla tavola imbandita.
i perché dalla parte sbagliata del mondo
il sorriso di un bambino è un piatto pieno da mangiare .
La parte giusta e la parte sbagliata cos'è giusto e cos'è sbagliato ?
Si tu hai la pelle chiara ed io un po' più scura
per dirla giusta,
a detta tua
tu sei l'Uomo Bianco ed io il Negro .
Non è tanto la parola Negro che mi da fastidio
ma la mancanza di Uomo davanti a quell' offesa,
Negro come una razza animale da lavoro, i cavalli, i somari, i buoi ed i Negri
Ma io sono un uomo ,sono anche una persona
sono quello che ha ucciso un suo simile
solo per una mancanza d'equilibrio
Devi stare in equilibrio

giovedì 24 febbraio 2011

QUEL CHE I MIEI OCCHI VEDONO

Io penso che la differenza fondamentale che c'è, tra il mondo occidentale ed il mondo arabo, sia la convivenza con le proprie credenze e responsabilità.
Il mondo Occidentale prega il proprio Dio per la realizzazione dei propri desideri terreni e delega le proprie responsabilità ad un'ideologia che abbraccia una bandiera. Si divide, ognuno con la propria religione ed ognuno con IL proprio simbolo di appartenenza. Tutto questo nella storia occidentale ha sempre prodotto rivoluzioni sanguinarie di popolo che, arrivato agli estremi per la mancata realizzazione delle proprie aspettative, si è sempre ribellato bestemmiando il proprio Dio ed attaccando i propri governanti in piazze che sono sempre state campi di guerriglia.
Con la caduta del muro, avvenuta pacificamente e festosamente, è incominciato il crollo di queste credenze limitanti, sono crollate le paure e quindi è iniziato il cammino del pensiero libero.
Il mondo Arabo, prega il suo unico Dio per il benessere futuro senza mai bestemmiarlo ma si è sempre sottomesso al comando del regnante o del dittatore del momento senza attaccarsi a nessuna ideologia o bandiera ma dividendosi in clan e tribù.
Oggi siamo ad una svolta molto importante per l'umanità ed è il cambio nel modo di agire che il mondo arabo sta mettendo in atto.
Mi fa piacere riscontrare che tutte le esperienze negative che ha prodotto il popolo Occidentale siano state elaborate ed utilizzate in maniera positiva e produttiva dal popolo Arabo.
A differenza dell'occidente, la rivoluzione Egiziana è stata una richiesta esaudita da una mobilitazione pacifica e statica. Si sono seduti, hanno fatto una richiesta dettata dal desiderio di libertà . Certo che ci sono stati attimi di scontri ma questi sono stati voluti dal dittatore democratico e non dal popolo che dopo essersi solo difeso non ha contrattaccato ma si è riseduto fino a quando i vertici si sono dovuti adattare alla base.
Per la prima volta, il popolo Arabo, si è mobilitato senza l'aiuto ed il bisogno del libro sacro, neanche il fondamentalismo è riuscito ad istigare la piazza ed a differenza degli occidentali, ha riposto con rispetto la credenza nel cassetto ed ha iniziato un nuovo cammino che ha risvegliato le coscienze dei propri fratelli sottomessi da altri regimi.
Finalmente siamo all'inizio di una nuova era che si incammina senza paure e blocchi.

giovedì 27 gennaio 2011

Sono ipocrita

Io penso che la mente libera non possiede bandiere e confini,

penso che la mente libera ha idee e non è posseduta da ideali,

che conosce la paura ma non si fa dominare da essa

perchè la paura,

qualsiasi paura sia,

genera solo divisioni e chiusure e dove ci sono divisioni e chiusure

non c'è progresso umano.

Oggi è il giorno della memoria,

il momento del ricordo

mi chiedo a cosa serva ricordare uno sterminio

se non agisco per far cessare quelli attuali.

sono un'ipocrita,

ecco quello che sono

sono solo un bla bla bla .................

Il CIARLATANO

che non conosce la vergogna

giovedì 30 dicembre 2010

SBALORDITO

Sei stata brava a confondermi, cambiare il senso di ogni cosa, ci sei riuscita, complimenti, a rivoltare le miei certezze, a cancellare in un attimo il mondo, tutto il mio sapere rimesso in discussione. Il tempo di uno sbattito di ciglia, e non sono più.
Nuove sfumature si sono sovrapposte, tonalità a me sconosciute hanno creato l'abisso, infiniti sono ora i dubbi, piacevoli le ricerche.
Grazie, mente mia che hai deciso di mentirmi spezzando le catene, liberandomi all'ignoto tutto da scoprire, grazie.

A TE

Stella,
splendi nella notte,
illuminarmi il cammino è il tuo destino,
cercar di afferarti il mio martirio,
sognarti è il mio cibo
amarti è la vita.

sabato 18 dicembre 2010

CAMMINO

In me mago agere,
fare agire il mago che è in me,
il mio potere dell'immaginazione,
ecco cos'è !
l'inizio delle mie creazioni,
nascono, vivono, in me diventano forma !
Come mani che modellano creta, la mia mente plasma il pensiero ,
il mio sguardo si illumina nell'osservare all'infinito,
nessun ostacolo, nessun limite.
Nulla può contro.
Niente mi manca !

Mi scontro con il mio IO supremo,
mi inginocchia !
La presunzione, l'orgoglio,
rendono tutto impossibile,
così quel che credevo luce,
si rivela per quel che è,
buio offuscante.
Il sogno muore nell'incubo.
La bramosia di fama,
non sfama.

È l'uomo che ha bisogno dell'arte, non il suo contrario.

Addomesticare l'ego,
tramutare il giudizio in strumento utile di crescita,
rendermi umile,
ecco cos'è l'inizio del dono.
Nasce, vive, solo emozione !
Come un contadino al servizio del raccolto, ora, servo.
Lo sguardo si illumina vivendo il brivido,
tutto è libero, tutto in evoluzione,
cammino verso essere …........

giovedì 16 dicembre 2010

GRAZIA

dopo il diavolo arriva l'angelo,
dopo l'angelo arriva il diavolo,
chissà,
chi dei due è chissà.
Ama gli anni che hai,
falli brillare,
negli anni che hai.
il diavolo e l'angelo
si unirono
in un unica entità vitale,
senza svelare,
chissà chi, era chissà.

venerdì 12 novembre 2010

GOCCIA

L'amicizia ed il tempo sono troppo preziosi ed unici per essere sprecati, vanno utilizzati in modo nobile. Non è la continuità abitudinale creata dal cammino di una strada comune che genera emozione ma la qualità dell'attimo vissuto realmente ed intensamente quando ci si incontra all'incrocio delle nostre strade differenti a rendere ricca la nostra esistenza, a dare valore alla nostra amicizia e a dare vita all'emozione del tempo condiviso.

lunedì 25 ottobre 2010

LUCE

(Ispirato da LA CAVERNA di Platone)

Anestetizzato, costretto a subire la verità del mondo che vivo, a sopportare, l'unica realtà, l'unica a me data a sapere... ma cosa c'è oltre il muro sul quale danzano le ombre, cosa vive alle mie spalle... mi inquietano queste domande mi agitano, infiammano l'urgenza di scoprire, un passo avanti uno indietro mi ribello dalla costrizione, spacco la catena che mi obbliga allo schema sono fuori dalla fila incomincio a correre scappo con l'unica certezza di quel che lascio sento il vento sulla pelle mi avvolge senza forza come una camicia il cuore impazzito a dettare il flusso sanguigno il respiro affannoso mi assorda le orecchie l'imprevisto mi assale la sento è come una mano puntata al petto mi blocca non mi fa andare oltre neanche un passo ci vuole tempo per calmar l'affanno gli occhi hanno bisogno d'ambientarsi adesso nitida la vedo si rivela al mio sguardo sporcata dal bagliore la linea d'ombra a segnare il confine ammiro la scoperta mi ci vuole poco per capire che esiste molto di più di quel che mi era dato a sapere ci vuole molto forse troppo per comprendere codificare le nuove sconosciute immagini che adesso albergano nella mente abituare il pensiero ad essere libero è come ritornare alla vita nuovamente vergine all'inizio fa male varcare la soglia oltrepassare il confine Il terrore l'estasi l'amore mi trafiggono in egual misura smarrito naufrago in balia delle emozioni ma appena mi adatto al nuovo stato LUCE mi trovo ad essere capitano della rotta Ulisse di ritorno ad Itaca adesso so conosco i trabocchetti di Morfeo mi fermo sulla soglia evito di guardare urlando all'interno

Ehi mi sentite Vi prego ascoltate Non è l'unica realtà quella che sopportate

allungo la mano aspetto sereno un'altra anima inquieta

martedì 5 ottobre 2010

NON è LA FAME MA è L'IGNORANZA CHE UCCIDE

Non è la fa fame ma è l'ignoranza che uccide !!!!

così canta Piero in Terremoto ed ha ragione perchè è proprio la nostra ignoranza che uccide.
Uccide il respiro uccide il rispetto uccide la ricerca che porta alla scoperta.

La non conoscenza delle infinite possibilità umane che possono condurre l'umanità ad una magnifica esistenza ha fatto si che la popolazione terrestre si dividesse in piccoli frammenti bandiere ideali e credenze.
L'ignoranza ha creato la zona buia nella quale la lotta ha trovato la sua naturale dimora e nella quale si alimenta generando il proprio cibo con altra lotta creando così il circolo vizioso che da ossigeno a se stessa così l'ignoranza rimane la vera ed unica Regina carnefice che usurpa la libertà vitale.
Abituati a chiamare la sopravvivenza Vita l'Umanità a perso il reale contatto dell'esistenza e vivendo nel buio ogni singola persona cerca di affermare la propria realtà impedendo la libera realtà altrui.
L'ignoranza crea la competizione che limita le possibilità.

Io sono l'Umanità che non vuole più vivere nel buio del''ignoranza.
Io ero l'Umanità che lottava contro i mulini a vento sventolando la bandiera di un finto ideale.
Io sono l'Umanità che risvegliandosi dal torpore ha iniziato un nuovo viaggio verso la conoscenza che porta alla condivisione.

martedì 28 settembre 2010

EFFIMERA ILLUSIONE

Le aspettative sono le nostre gabbie. Ci creiamo false certezze per dar da mangiare il sonnifero alle nostre paure e quando Morfeo con un calcio ci riporta al risveglio, ci meravigliamo che la nostra realtà è un'effimera illusione.

giovedì 12 agosto 2010

Recensione di "FELICITÀ" di Will Ferguson

Mauro prendilo, è divertente!!! Forse non sono state proprio queste le parole ma sicuramente penso che sia stato l'esatto significato del pensiero di Patrizia. Così in un pomeriggio di fine Luglio mi sono diretto alla Feltrinelli Duomo di Milano e dopo averlo avuto fra le mani ed accortomi che le poltroncine erano tutte occupate, mi sono adagiato su uno di quegli scalini metallici, di quelli che si usano come aggiunta ai centimetri mancanti per le persone come me, i finti corazzieri. Dieci pagine esilaranti lette fra il via vai dei clienti a me indifferenti. Capita sempre così quando un racconto mi cattura, lascio al resto del Mondo le sue furie ed i suoi tempi e così, dopo quelle poche pagine e con il sorriso scolpito, mi sono diretto alla cassa per acquistare quel volume che prometteva allegria.
Cosa potrebbe capitare se un libro avesse la ricetta tanto ambita, se tra le sue pagine ci fosse quella luce tanto cercata ad illuminarci il cammino verso la felità ?
Edwin de Valu ha avuto la fortuna di inciampare in quel libro e fra rovinose cadute, tra incroci presi per caso ed incontri sperati, voluti e rifuggiti, si ritrova, a sua insaputa, a segnare la strada verso la probabile autodistruzione dell'umanità. Edwin ci accopagna, facendoci ridere delle sue disavventure che sono uno specchio di noi stessi, verso il riveglio e la presa di coscienza del futile, dell'utile e dell' inutile che ci circonda e ci accompagna durante il cammino della nostra vita.
Trecento pagine di allegria e meditazione che ci aiutano a comprendere la potenza dell' autoaiuto ed il piacere di una vita vissuta in maniera positiva.

lunedì 2 agosto 2010

OSSIGENO E RISVEGLIO

Ci hanno offuscato la mente per anni e decenni, tanti e troppi decenni con simboli che hanno creato il nostro disservizio, falci, svastiche , martelli, croci e lune. Ci siamo illusi di fronte al Sole nascente pensando all'avvenire e poi ci siamo estasiati davanti a stelle brillanti per poi rincoglionirci con strice di vari colori e dagli effetti opposti. Ci hanno regalato il possibile in forma di carta elettronica per poi chiederci gli interessi come se il consumismo fosse opera nostra, come se il tubo catodico lo governassimo Noi. Adesso che loro sono in ginocchio, loro che non riescono più a tenere le corde perchè i burattini sono diventati pesanti, loro i venditori di fumo ci raccontano che Noi dobbiamo rimboccarci le maniche, che Noi dobbiamo stringere i denti, che Noi dobbiamo capire che i tagli sono necessari.
Io ho capito solo che è necessario cambiare, che è arrivato il momento che ognuno di Noi crei la propria rivoluzione interiore e per rivoluzione intendo crescita e costruzione di un nuovo pensiero che porti tutti Noi, insieme , a creare il nostro presente, che abbia basi solide ma non di quelle basi idologiche che ci hanno portato a questi risultati disastrosi, ma di basi civili, creative, oneste e rispettose del prorio prossimo. Non abbiamo bisogno di bandiere e simboli per identificarci perchè se arriviamo a capire che l'aiuto del prossimo è una risorsa da coltivare, se arriviamo a capire che la diversità è solo fonte di confronto produttivo, allora non ci serve identificarci perchè un' unica entità produttiva non necessita di confronti e giudizzi ma di pace condivisione e rispetto.

giovedì 29 luglio 2010

PIACERE

Quando facevo immersioni ero curioso di scoprire cosa ci potesse essere a 300 mt di profondità ma quando arrivavo a 30 mt mi rendevo conto che quella curiosità poteva essere deleteria ed allora focalizzavo il mio tempo subacqueo alla ricerca di soddisfare altre curiosità più piacevoli abbandonando la curiosità iniziale.
Sono ancora curioso di sapere cosa ci possa essere a - 300 mt ma la felicità dell'esperienza dei - 30 vissuti e goduti è molto più appagante. :-)

mercoledì 12 maggio 2010

INFINITO

Eclettico come l'acqua, mi trasformo e mi adatto ad ogni esigenza per divertirmi a giocare la Vita

venerdì 30 aprile 2010

FAVOLA PER ADULTI INCOSCIENTI

C'erano una volta, tanto tempo fa, delle persone che vivevano sotto lo stesso cielo e sopra la stessa terra. Mangiavano, lavoravano, consumavano e usufruivano del territorio in maniera disordinata. Un giorno, si resero conto che senza un ordine, senza un'idea di gestione dei propri bisogni ed esigenze, senza una condivisione di priorità e doveri comuni, insomma, senza un'idea di futuro, il loro territorio sarebbe stato destinato ad esaurirsi in breve tempo. Quel giorno decisero che era arrivato il momento di sedersi in circolo per poter parlare e confrontare le proprie idee, per poter arrivare ad avere una risposta alla domanda che i loro figli gli facevano ogni giorno

- Papà, Mamma, domani cosa facciamo ? Cosa mangiamo, domani ….... domani …Mamma,Papà .... domani?-.

Sedute in circolo, la persone, in breve tempo, si resero conto che la linea curva che li aveva uniti facendoli sedere dubbiosi e speranzosi, parola dopo parola, subiva delle mutazioni dovute alle divergenze nella visione futura comune. All' inizio, pian piano in un brusio, poi bruscamente urlando, quella linea cambiò il suo corso.
Il cerchio divenne un' ellisse. chi tirava da una parte, chi dal' altra ed in breve tempo la linea curva smise di essere tale e si tramutò in una linea a zigzag. Già, a zigzag, perché tra chi tirava da una parte e chi tirava dal' altra, ci fu anche chi, non contento delle posizioni nate, cominciò a spingere, chi da una parte e chi dal' altra. Quella nuova linea, adesso, era diventata un unione di spigoli prendendo la sembianza di una stella, simile alla stella cometa ma senza coda.
Si sa che senza il lubrificante anche l'ingranaggio migliore è destinato ad usurarsi e quindi rompersi.
Stessa sorte ebbe presto anche la stella perché a furia di tirare e spingere, gli spigoli, stanchi di sopportare un tale stress, arrivarono a spezzarsi dividendo l' unica linea in tante linee più piccole e disunite.
Fu l'inizio del caos.
Le parole divennero insulti e le voci si tramutarono in urla.

I sorrisi dei bambini dov' erano finiti ? Ed i loro domani?

Tra le urla e gli insulti si fece breccia la rabbia che chiuse le menti pensanti riducendole a soli miseri istinti primordiali. Gli adulti, grazie alla rabbia, si erano dimenticati il motivo che li aveva fatti riunire in circolo, avevano dimenticato che quel cerchio , ormai distrutto, era nato per trovare un futuro comune per i loro figli.
Adesso , gli adulti, pensavano solo al loro presente, a come poter dominare le altre linee per alimentare il proprio Ego.

Dei bambini, del loro futuro, dei loro sorrisi ormai tramutati in visi tristi, dei loro vagiti, non interessava più a nessuno.

Tra tutte , una mente fu più arguta e veloce delle altre. Senza remore riuscì, con il carisma e l'inganno, ad avere la supremazia sul resto delle persone ormai allo sbando.
Sotto quel cielo e sopra quella terra, nessuno più urlava, la rabbia si trasformò in paura, l'Ego in ossequio e le voci divennero bisbigli ascoltate da orecchie tese al controllo.
Il silenzio divenne il suo Inno !
Fu l' inizio dell' ordine, il suo ordine !
Ogni sua esigenza divenne obbligo altrui, ogni suo vizio un desiderio da soddisfare senza giudizio e così a breve anche le persone cambiarono aspetto. Alcune camminavano sulle ginocchia con le mani giunte e le dita puntando il cielo, altre camminavano tenendo la fronte rivolta verso i loro piedi, avendo cura di tenere il mento contro il petto, evitando così di poter parlare e quindi divulgare il proprio pensiero. Chi stava meglio era chi utilizzava gli arti inferiori per la loro intera lunghezza. Aveva capito che se faceva appoggiare le cosce ed i polpacci a terra, utilizzando anche i gomiti e le mani per spostarsi, avrebbe avuto meno difficoltà a raggiungere le briciole che gli venivano lanciate . L'unico inconveniente erano i calli alle ginocchia ed ai gomiti ma a quelli ci si abituava subito e per la digestione bastava girarsi di schiena a pancia all' aria in attesa di qualche carezza da parte del lanciatore di briciole.
Si sa che senza il lubrificante anche l'ingranaggio migliore è destinato ad usurarsi e quindi rompersi.
Stessa sorte ebbe presto il lanciatore di briciole perché è vero che se abitui lo stomaco a mangiar poco, in breve tempo lui si adatta alla quantità di cibo lanciata ma è anche vero che lo stomaco non comanda il fegato. Si sa che il fegato rosica, rosicando si infiamma, le fiamme fanno urlare di dolore ed il dolore istiga le masse ! L' inno del silenzio fu stracciato e le persone ricominciavano a ritornare alla loro postura originale. Tutti in piedi a testa alta si appropriarono, con canti festanti, dell'intera forma di pane che il lanciatore di briciole teneva custodita nella sua reggia. Quando le persone videro i propri figli piangere, si accorsero della loro idiozia nell'aver loro negato il futuro. In segno di scuse presero il loro Ego, ne fecero un monumento con la faccia del lanciatore di briciole e lo misero al centro della piazza centrale del paese.

Quel giorno, quelle persone divennero una comunità, una famiglia allargata.

Ad ogni problema ci si sedeva in circolo nella piazza centrale con in mezzo il monumento ed in quel circolo tutte le persone avevano diritto a stare. Incominciarono a confrontare in maniera propositiva ogni loro idea e al primo accenno di egocentrismo di uno di loro, tutta la comunità, gli indicava il monumento facendogli capire che stava entrando in errore.
Da quel giorno, intere generazioni di bambini continuano a ridere e divertirsi sotto lo stesso cielo e sopra la stessa terra.

martedì 13 aprile 2010

DESTINO

Il destino non esiste, è solo la conseguenza di ogni decisione.
Non voglio e non posso credere che a questo mondo ci sia una regia prestabilita che decida ogni mia azione, che custodito da qualche parte ci sia un libro impolverato che nasconda al suo interno tutti i miei passi futuri come se questa vita fosse niente altro che una proiezione di un film in visione su qualche schermo per chissà quale entità che seduta in poltrona ride diabolicamente ad ogni mia disavventura ed invidiando ogni mio successo.
Certo che all'occorrenza è comodo avere un'alleato da tradire nel momento più opportuno, una splalla innocuoa che cammini al nostro fianco al quale puntare il dito nelle situazioni peggiori e dato che è pericoloso incolpare dei nostri fallimenti un' altro essere vivente perchè quest'altro potrebbe tranquillamente smascherarci producendo prove attendibili ed alibi inconfutabili che rivelano la sua innocenza, noi ci creiamo un fantomatico colpevole al quale diamo il nome Destino, il nostro complice migliore, il muto e fidato incassatore al quale releghiamo tutte le nostre sconfitte. Ingiudicabile perchè supremo ed inaffondabile come un salvagente in alto mare in mezzo alla tormenta, Lui si dona alle nostre esigenze tenendoci a galla e non facendoci affondare nel marasma dei nostri guai.

giovedì 8 aprile 2010

THE DARK SIDE OF THE PINK

( Ispirato dal film THE WALL )


Lo ricordo bene, quel silenzio che mi urlava dentro facendomi graffiare con lo sguardo chiunque si avvicinasse.L'odore d'ospedale, medicine e morte che si respirava, camminando per quelle corsie dall' intonaco cadente, è ancora vivo nelle mie narici. La sento ancora addosso quella sedia nel corridoio, il tremore che provavo quando gli rimanevo seduto nell'attesa che la porta si aprisse e che la voce mi chiamasse. Ogni volta la stessa attesa, la stessa porta, la stessa sedia sempre più consumata e lucida, ogni volta una voce diversa che pronunciava il mio nome. Ricordo che odiavo il suono del mio nome uscire dalla bocca di quei lupi, l'eco che si generava rimbalzando tra le pareti vuote di quella stanza e che usciva disperdendosi nel corridoi, odiavo il dovermi alzare per dirigermi verso di loro, verso l'interrogatorio. Li trovavo sempre seduti dietro quella scrivania subito dopo l'uscio, in pose differenti, con gli occhiali al collo oppure in mano facendo l'azione d'indossarli o di levarli, chi aveva tra le dita una penna facendola roteare, chi invece la usava per il suo utilizzo naturale scrivendo su fogli di carta che poi spostava nella parte destra della scrivania facendo un gesto sgraziato con il braccio appena Io entravo. Li ricordo bene quegli scarabocchi neri e blu camuffati da appunti su sfondo bianco che strisciavano sul legno coperti dal palmo aperto della mano curata che li accompagnava nervosamente al mio apparire. Infine, come potrei mai dimenticare quell'espressione dipinta sul volto che li accomunava. Burattini in camice bianco con lo stesso falso sorriso che per scappare dalla propria pazzia studiavano quella degli altri giudicandola e classificandola in cartelle deposte in schedari a prendere polvere sino alla prossima visita. Non sopportavo quelle intrusioni ostinate che osavano alla mia intimità mentale come non sopportavo loro, bestie che vantavano diplomi e lauree appesi alle pareti e che a me sembravano solo trofei di caccia comprati al mercato delle pulci.
Cosa ne sapevano loro, come potevano solamente immaginare cosa provavo, come mi sentivo, quando la mattina mi svegliavo per affrontare la guerra della vita ed il primo pensiero nell'alzarmi dal letto era solo l'attesa della sera per ritornare a nascondere le orecchie nel cuscino, fuggire nel rifugio del sonno, lontano da quei mattoni che incatenavano la mia libertà.

mercoledì 7 aprile 2010

FELICEMENTE RINCHIUSO

Il ticchettio continuo delle gocce sulle tegole alternato al rilascio del getto d'acqua incanalato nel vaso di scolo che dal tetto si dirige nel prato, il frustare del vento sulle persiane che si lamentano cigolando mentre ondeggiando creano l'intermittenza di luce sulla parete dove dimorano i quadri illuminati dal faro del viottolo che ti indica il cammino quando lo percorri ogni giorno per entrare ed uscire dal tuo nido, i quadri che ad ogni intermittenza ti svelano i tratti nascosti dell'artista che magicamente riaffiorano sfumando i contorni che non avevi mai notato e che Lui aveva studiato minuziosamente aggiungendo ogni pennellata solo per l' urgenza di quell'emozione che l'ha ispirato, ed infine la persona che ami che si avvolge al tuo corpo condividendo con te i brividi di freddo ed il calore generato dal dono della vita. Ecco alcune volte ringrazio il Sole di regalarmi tutto questo decidendo di nascondersi dietro le nuvole che accompagnano il diluvio.

mercoledì 31 marzo 2010

L'OLIMPO NON È PIÙ CASA MIA

Vivevo per la gran parte del mio tempo incazzato perchè pensavo in maniera non sana.
Ogni volta che dovevo affrontare un problema o decidere cosa fare in una determinata situazione, la prima cosa che facevo era analizzare tutte le possibilità negative che sarebbero potute succedere ed immancabilmente succedevano, sempre.
Ero incazzato anche perchè ero convinto di rendermi conto che la gente non capiva quello che dicevo, pensavo e volevo ed in più ero incazzato perchè mi faceva male il braccio, avevo il vizio di tenerlo sempre teso in avanti con l'indice ad indicare.Insomma mi sentivo un Dio, fino a quando, un giorno, mi sono ritrovato davanti ad uno specchio e quel dito me lo sono ritrovato contro.Adesso, tutte le mattine al risveglio, ringrazio quello specchio che mi ha aperto una nuova veduta creandomi un dubbio, ad essere sincero qualche mattina me ne dimentico , purtroppo e per fortuna sono umano ma faccio di tutto per rimediare.
Grazie a quel dubbio ho incominciato a chiedermi come mai la gente non mi capiva e da li a pensare che forse il problema ero Io, Io che non mi spiegavo in maniera adeguata e soddisfacentemente comprensibile .
Ho provato anche a cambiare atteggiamento verso il prossimo e mi sono accorto che il braccio poteva farmi meno male se incominciavo a non indicare più gli altri e che forse forse e ripeto forse, c'era la seria possibilità che Io non fossi l'eletto, il Dio perfetto e quindi ho smesso di incolpare il creato.
Creato poi da chi ? Anche questa è una mia vecchia certezza limitante che, grazie al processo innescato dallo specchio, si è tramutata in un nuovo meraviglioso dubbio .
Ho incominciato a guardarmi dentro, ad analizzare me stesso, a cercare solo quello che voglio e come posso fare per ottenerlo, sempre e comunque in rispetto del prossimo e valutando solo le possibiltà positive che possono avvenire facendo una determianta azione. Ti assicuro che non tutte ma almeno una possibiltà positiva si realizza, sempre.
È vero, ogni tanto mi incazzo ancora, lo ripeto purtoppo e per fortuna sono umano, però la mia esistenza è cambiata drasticamente in maniera positiva, alcune volte mi capita di inciampare ma mentre prima crollavo drasticamente in terra urlando contro il mondo, adesso il più delle volte non cado e se capita mi rialzo ridendo dei miei errori consapevole che grazie a loro posso ricominciare evitado di ricommetterli.
Stavo dimenticando l'indimenticabile, lo specchio si chiama Jacopo.

giovedì 25 marzo 2010

STASI

Con più testa e meno pancia, trovando la giusta distanza, ci si può stupire nel riscontrare l'esistenza di alcune cancellate a maglie larghe che ci tengono rinchiusi dandoci l'illusione della libertà .

sabato 20 marzo 2010

PIÙ IN LÀ

Piegato in avanti con le mani che mi imprigionano le ginocchia cerco di riprendere fiato rubando l'ossigeno al modo. Sorrido ai miei occhi specchiandomi in una goccia di sudore scappata dalla fronte e caduta su quel trifoglio che gode della mia ombra. Riempio i polmoni dal naso i battiti del cuore si placano e riparto correndo verso quel puntino lontano che rimane sempre alla stessa distanza ma io non mi arrendo perchè sono curioso di scoprire cosa c'è più in là oltre la fatica.

venerdì 5 febbraio 2010

DOLCE LACRIMA MATTUTINA

Smuovo curioso cercando tra i miei oblii abbandonati da troppo tempo con il bisogno di trovare.Così il respiro si fa vivo complice ossigeno non più fuggitivo come passante nevrotico ma residente ed artefice del brivido che s'innesca libero.Mi sorprende ritrovare quelle sfumature nascoste sotto pennellate di vita coperte da un velo giallo e rosso che celano il porpora.Mi sorprende l'inaspettata dolcezza di quel color prugna un tempo amaro e freddo oggi vitale e caldo come l' abbraccio materno.Lo indosso proseguo lungo il cammino ancora in sua compagnia dopo averlo abbandonato tra le lacrime di quell'ultimo saluto.

martedì 26 gennaio 2010

MADDDOG

Camminando la stretta via
assaporo il silenzio
che mi guida verso la luce
mentre il mio sguardo
viene rapito
dai graffi urlati
dipinti sul muro.
Oltrepasso la porta
che mi divide dal Mondo
ricordando la nascita
di quest' avventura.
Affamato di suoni
ed avido d'emozioni
libero in note
il bisogno vitale.

mercoledì 20 gennaio 2010

MELODIA

Appena al risveglio
riaffiora alla mente
quel mattino d'estate
vivo il ricordo
mi prende per mano
riportandomi indietro
in quel tempo passato
era un'agave in fiore
suonata dal vento
Scirocco caldo del Sud

giovedì 14 gennaio 2010

LIBERO

….,le ispirazioni arrivano da ogni parte basta semplicemente lasciare il canale aperto e collegarsi al flusso -
- il flusso ? Ma sai che non ti capisco ? Sembra quasi che tu arrivi da un altro pianeta -
- noooo vivo anch’io sulla Terra ho solo imparato a recepire le emozioni senza giudicarmi e giudicarle. Me le godo, le lascio libere di affiorare in superficie senza sopprimerle alla nascita ed è grazie a loro che mi giungono le ispirazioni per nuove storie . Sono riuscito a staccarmi dallo stereotipo del Uomo primitivo ,sempre con la clava in mano pronto a difendere il suo territorio con la mania di supremazia su ogni essere vivente che abbiamo incosciente scritto nel nostro DNA. Sono uscito dal baule che mi conservava ed ho imparato a vivermi l‘esistenza.Sono emozionalmente libero , libero di commuovermi davanti ad un tramonto , alla fine di un bel film , sull’ ultima pagina di un bel libro che mi ha rapito intere serate , libero di potermi spalmare sullo zigomo quella lacrima che mi accarezza la guancia frutto di un groppo in gola allo sbocciare di un fiore al sole . -
Alzai lo sguardo e la testa al cielo con le braccia aperte e lasciai che il vento invadesse le mie narici portandomi il sapore del mare ,poi feci un lungo respiro e mi girai e guardandolo negli occhi e sorridendo gli dissi .
- capisci cosa intendo quando dico libero ? -

sabato 9 gennaio 2010

NON LA FARÒ PIÙ CONTRO IL MURO

Siamo un MAGNIFICO Popolo, Noi Italiani !Siamo Schiavisti,Opportunisti,Razzisti,Classisti e quanti altri termini userei se non fossero censurabili perchè volgari ma basta un un articolo di giornale, voluto da qualche politico di entrambi gli schieramenti, per renderci lindi e solidali fra Noi !!! CHE VERGOGNA !!!!!!
Fra tanta schifezza d'Informazione PILOTATA ,Ieri, mi sono POSITIVAMENTE stupito!!! Si stupito perchè mai avrei immaginato di poter vedere su un canale Nazionale quel che ho visto.Ho visto un servizio del Tg2 e nel filmato mostravano queste baraccopoli tenute insieme con corde e nastro adesivo,con pareti di cartoni e sacchetti di celofan come tetto.Ho sentito le testimonianze di quelle persone che raccontavano della loro Vita che Io faccio fatica a considerare tale. Il termine più appropriato sarebbe SOPPRAVVIVENZA perchè 25 euro per una giornata di schiavitù lavorativa mi sembrano un insulto all' esistenza.
Pensare che la vitamina C che assumo giornalmente arrivi da braccia sfruttate mi fa sentir male ma sentire le voci dei miei connazionali urlare slogan razzisti che servono solo a coprire le mafie di qualche facoltoso personaggio Italiano mi fa PEGGIO!
Sia ben chiaro che condanno qualsiasi forma di violenza ma onestamente mi chiedo anche da che cosa è scaturita perchè ho paura a pensare a cosa farei Io in una situazione simile,Maltrattato,Insultato,Sfruttato e non dimentichiamoci sparato con fucili ad aria compressa per una fastidiosa ma innocua urinata contro un muro.
Vorrà dire che la prossima volta che la mia prostata mi imporrà l'emergenza,mi limiterò a farmela nei pantaloni almeno sarò sicuro di scatenare solo risate esilaranti tra le persone che assisteranno al mio bisogno.

giovedì 7 gennaio 2010

SE LA NATURA NON È CONSERVATRICE PERCHÈ DOVREI ESSERLO IO ?

La Vita è una continua Evoluzione,
nel corso degli anni la Natura ci cambia l'aspetto,
ci traslocca,
da germoglio a fiore ,
da fiore a frutto acerbo
per poi arrivare alla saporita maturità.

lunedì 4 gennaio 2010

CURIOSITÀ

Gli occhi come artigli che graffiano la mia intimità , affamati di ogni mio gesto seguono gli eventi che corrono sul mio corpo sdraiato in riposo. Me li sento addosso, opprimenti come lo sguardo di un felino mentre studia la sua preda.

SE

Se fossi un seme
rinuncerei a nascere
opponendomi ad ogni goccia d'acqua
perchè non voglio radici
Se fossi l'attesa
aspetterei una lacrima d'amore
perchè la Vita
per come la concepisco Io
è anima e cuore
Se fossi il risveglio
farei vivere ogni mio sogno
per poterne gustare il sapore
e scoprirne l'incanto
se fossi la Libertà
sorriderei alla Vita
lasciandole il controllo
di ogni suo respiro
Ma sono
semplicemente Io
una persona come tante
che saltuariamente
apre il suo baule
per respirare aria fresca
e ridere di Se

ATTO DI RIBELLIONE

Che strana sensazione che mi lascia la pioggia, non proprio Lei ma il momento in cui smette.
In quell'attimo mi sento in standby, il corpo leggero, la mente che vaga nel vuoto senza esprimere nessun concetto. Semplicemente si riposa restando sveglia, attiva per lo stretto necessario. Io lo chiamo il vuoto tra le nuvole, quella sensazione di distacco dal corpo dove non senti freddo, non senti caldo, non hai la percezione del contatto con l'ambiente esterno che ti circonda. Lo sguardo è perso nel vuoto ed i tuoi occhi vedono tutto ma non associano la visione a nessuna conoscenza, lasciandoti indifferente ed allo stesso tempo soave, leggero.
Insomma stai li con quel sorriso nascosto che ti vela il volto e la gente che ti vede passando lo associa a tristezza o nostalgia ma non potrebbe minimamente immaginare in quale dimensione idilliaca sei, Tu chiuso in quel cartone.
Eccolo, finalmente è arrivato, sgomitando tra le nuvole si è fatto spazio, l'Arcobaleno a spezzato il suo guinzaglio ed è scappato dal Bianco liberandosi in ogni sua sfumatura di ogni suo colore. Anche il Nero della notte si è inchinato al suo splendore ritardando il Tramonto per lasciarmelo ammirare. Mi stupisco ogni volta che mi capita di vederlo, l'Arcobaleno intendo, oh quanto mi meraviglia la natura per quanto è fragile ed allo stesso tempo così potente in ogni suo atto di ribellione.
Ribellione, Io è da tempo che mi sono ribellato, ribellione per me è starmene tranquillo nel mio vuoto tra le nuvole mentre il mondo freneticamente gira.

MI NASCE ALL'IMPROVVISO

Le emozioni sono profumi che il soffio del momento dissolve in un'attimo ed è proprio in quell'attimo che arrivo Io a gustarne l'essenza.

IL MIO SEGRETO

Predisporsi per creare,ricercare un'angolo nello spazio curvo che possa liberare la fantasia,ecco quello che faccio quando inizio il viaggio della scoperta.Fisso un punto immaginario davanti all'orizzonte,l'oltre dopo il fuoco dello sguardo e così appare magicamente l'ignoto.A volte è una luce,un colore,un gabbiano che vola oppure è una semplice lettera dell'alfabeto e da quelle visioni partono i miei viaggi mentali che traduco in racconti.

PASSI LENTI

abbracciato al vento
mi incammino
sorridendo al sole
l'orizzonte che mi aspetta
ha sdraiato la clessidera
perchè il tempo è relativo
e prima o poi arriverò

ESSENZA

come una nuvola
aspetto il momento
per dissolvermi in pioggia
ed abbracciare la Terra
come una nuvola
mi lascio modellare dal vento
unico artista dei miei cambiamenti
che mi scarica di bianco
e mi carica di nero
come una nuvola
libero il pensiero
libero le azioni
come una nuvola
sospeso

FAME COMUNALE

Le volpi si travestono da Pavoni e quasi angelici non conoscono vergogna ,
dopo aver cercato l'elemosina al mercato , tra la fame e la lussuria ,
si ritrovano a segnare il territorio sul portale del consiglio .
Candidi e lindi come il bucato della domenica mattina ,
perché la memoria è come il vento
e chi non sa non ha voglia di cercare ,
si presentano alle croci come il nuovo cambiamento.
Camminano pettinati e profumati ,
avvolti nei loro soprabiti che nascondono cravatte e camice ben stirate .
Accarezzano la passerella ,
con le loro scarpe lucide mentre si dirigono verso la tana del potere sotto le tre bandiere .
Tra di loro non si fidano ,
quando si incontrano si guardano di sbieco ,
a labbra chiuse si sorridono , non mostrano i canini ,
si salutano con un solo cenno della testa , due sono troppi , la fatica costa cara .
Gli arti li tengono retratti e gli artigli ben celati ,
non è ancora tempo di graffiare ,
devono aspettare
il momento più propizio perché segnare il territorio
non vuol dire esserne padrone ,
per quello devono aspettare l'elezione .

IERI

in un pugno di farina
granelli che si mischiano
come singoli corpi
in un unico contatto
gli occhi nel nero
ascoltano carezze
mani parlanti
cercandosi si sfiorano
si tengono si lasciano
per poi ritrovarsi e riabbandonarsi
in un unico groviglio
miriadi d'emozioni
mi fan scoprire vivo
nella natura che mi circonda.

QUARTAPARETE

Quando quel tempo è amore donato ad una passione ,
Quando quella passione è l’ unione di fatiche e rinunce
E ti trovi a condividerle con chi ha negli occhi il tuo stesso cammino
Non importa chi è il capocordata o l’ultimo della fila
Quel che conta è che tutte queste mani unite generano un’emozione
Che oltrepassa la quarta parete
Ed abbraccia il pubblico presente.