Copro il sole con la rete, fili freschi sul mio viso, miscelazione di luce ed oscurità, confonde il mio sguardo, colori sovrapposti, disegnano l’illusione di vedere il lucido e l’opaco in me.
Mi scontro ora, con i re magi, non voglio camminare, per poi arrivare a quello che non c’è .
Rinchiudo il vento, nel mio mantello, il suono che nasce, da spazio ai miei ricordi, che tornano a rivivere, odori, gusti, attimi, eterni, si sdraiano sulla tela, in un dipinto incorniciato in me.
Mi scontro ancora, con i re magi, non voglio camminare, per poi arrivare a quello che non c’è.
Mi libero nel’ acqua, lasciandomi ondeggiare, dalla corrente, mi lascio trasportare, così il sole, libero dalla rete, il vento, lo lascio respirare, trovandomi a quattr’occhi, sorrido a quel che è.
E cammina sulle acque, mentre faccio il morto a galla,sentendo dentro, il sole caldo illuminarmi , il vento, ossigenare i miei polmoni, acqua, scendere nella gola, a dissetare l’anima al suo risveglio.
Adesso, mi trovo a camminare, rincontro i re magi, smarriti ormai da tempo, mi chiedono un’ aiuto, ed io rispondo, su quel che è, e non è.
giovedì 21 aprile 2011
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