martedì 25 ottobre 2011

LA SCELTA IMPROVVISA

Un tempo ero vorace di rabbia e per soddisfare la mia fame, mi creavo aspettative insane. In ogni situazione trovavo il pretesto per indossare la mia armatura da guerriero facendo richieste che non potevano essere soddisfatte, ed appena il mio desiderio inconscio, incontrava la sua giustificazione in ogni negazione ricevuta, liberavo le armi riversandole al mondo. Era una fame incontrollabile, ingorda e nemica della sazietà. La gabbia che mi ero costruito e in cui vivevo, fu la mia prima opera d’arte. Avevo curato ogni minimo particolare, il vaso di rose che innaffiavo sistematicamente ogni giorno era alla luce del sole e davanti al mio sguardo, sempre. Non mi distoglievo mai dal guardarle, non avrei potuto fare altrimenti, l’alternativa era mettermi in gioco e questo, onestamente, non era previsto nel mio essere e ne tantomeno nel mio concepire la vita. Ogni petalo accompagnava ogni spina in una danza tra il dolce e il salato, imparata ricevendo informazioni errate. Avevo messo anche un pomello d’oro alla porta socchiusa ed il tappeto rosso srotolato e sempre pulito che servivano ad accogliere solennemente ogni situazione che potesse innescare il mio bisogno, ed immancabilmente, ogni giorno, quella porta veniva spalancata e varcata. Nella mia valle incantata, il cibo non mancava mai, ero un fantastico agricoltore e non temevo le ire del tempo, seminavo e raccoglievo i frutti che andavano ad imbandire la mia tavola……

venerdì 12 agosto 2011

AMOR MIO

Amor mio,
tra le tue braccia,
vivo,
mi cibo,
respiro.
Amor mio,
dentro i tuoi occhi,
il mio sguardo è rapito,
incantato,
ammaliato.
Amor mio,
sfiorandoti,
assaporo il divino,
tu,
dolce nettare sublime.

martedì 2 agosto 2011

TU ALL'IMPROVVISO

Alla deriva,
senza l’illusione di una rotta,
lo sguardo invaso d’orizzonte,
senza più il bisogno di quegli effimeri ormeggi,
catene legate all’ancora,
come paure alle certezze.
Alla deriva,
navigando nel qui ed ora,
lo sguardo colmo di curiosità,
con l’esigenza di non opporre resistenza,
vele spalancate al vento,
come braccia aggrappate alla vita.
Alla deriva
respirando ogni tuo respiro.

venerdì 8 luglio 2011

CONFESSO

Quell’atto di pura follia, scaturito dal pensiero che il tutto sia possibile, e quindi dato per certo perché esistente e vivo nella mia immaginazione, mi ha dato l’opportunità di sperimentare l’infinita possibilità umana. Nell’attimo in cui presi coscienza dell’accaduto, rimasi stupito, tanto quanto i presenti che da testimoni , ne divulgarono l’azione. Nello stupore, il mio sguardo oltrepassò l’orizzonte andando ad abbracciare l’infinito e lasciandomi l’estasi disegnata sul volto che i presenti scambiarono per divina apparizione. L’eco generato, nel riportare la notizia, arrivò alle orecchie di genti lontane creandomi una certa notorietà, che sicuramente ha giovato alle mie ricerche, avendo aiuti da persone di ogni ceto e rango, ma è stata anche una condanna che ha attratto a me malignità e odio . Devo ammetterlo, l’errore è stato di non concedere il privilegio della sapienza, a chi come me, ne avrebbe avuta la possibilità, se solo avesse lasciato la logica alle menti matematiche e avesse abbracciato l’irrazionale intrinseco a ogni essere, ma è anche vero che non erano pronti ad apprendere una tale informazione. Avrei dovuto, se solo ne avessi avuta la forza, provare almeno a spiegare, rinunciare all’ego e a ogni forma di proprietà, ma la natura umana, mi ha sopraffatto lasciandomi il silenzio tra le labbra e lasciando che quel silenzio innescasse l’eco della mezza verità. Confesso, credo, che camminare sull’acqua, sia stata una magnifica esperienza.

venerdì 6 maggio 2011

CUSTODE ERRANTE

Le inquietudini
Sovrastano le paure
E i respiri si fanno di ghiaccio
Mentre cammino verso il tramonto.
La vista muta l’abitudine
Abbandonando i colori al giorno che muore
Si concede ai bagliori oscuri della notte.
Un’altra pagina girata e la storia prosegue.
Scale di grigi
Mischiandosi
Creano sfumature nelle ombre
E così gli incubi
Si disegnano sui muri
Mostrandosi nudi al mio sguardo .
Gli concedo il privilegio di accompagnarmi.
camminare in mia compagnia
Non è difficile come un tempo.
E così il respiro si scalda nuovamente
Mentre l’alba rasserena l’inquietudine
Io
custode del sapere
Confesso al nuovo sole
i segreti della notte .

martedì 3 maggio 2011

MANI TESE

Nord, sud, ovest, est
Differenze sommabili appaiono
ai miei occhi che osservano
un’umanità cannibale
sopravvivere sottraendosi.
Imbarazzanti giustificazioni
decantate come
declamazioni divine
tra rumori di bombe
e pianti infantili
invadono il mio sentire.
Un unico comandamento
giudico il tuo essere
per salvare il mio avere
combatto la tua essenza
per la pace del mio spicchio
Nord, sud, ovest, est
Madre terra
neutrale
affonda il suo sdegno
Risvegliando i suoi ospiti
Dal’ onnipotenza carnivora
Non c’è mezzo, invenzione,
geniale creazione
che possa trattenere il suo insegnamento
Quindi
perché accanirsi fra di noi ?
Nord Sud Ovest Est
Pace
Nord, sud, ovest est
Rispetto
Oggi per domani.
Unica famiglia umana

MANI TESE

Nord, sud, ovest, est
Differenze sommabili appaiono
ai miei occhi che osservano
un’umanità cannibale
sopravvivere sottraendosi.
Imbarazzanti giustificazioni
decantate come
declamazioni divine
tra rumori di bombe
e pianti infantili
invadono il mio sentire.
Un unico comandamento
giudico il tuo essere
per salvare il mio avere
combatto la tua essenza
per la pace del mio spicchio
Nord, sud, ovest, est
Madre terra
neutrale
affonda il suo sdegno
Risvegliando i suoi ospiti
Dal’ onnipotenza carnivora
Non c’è mezzo, invenzione,
geniale creazione
che possa trattenere il suo insegnamento
Quindi
perché accanirsi fra di noi ?
Nord Sud Ovest Est
Pace
Nord, sud, ovest est
Rispetto
Oggi per domani.
Unica famiglia umana

giovedì 28 aprile 2011

SMARRITO E LUCIDO

La prima volta che ho sentito il respiro invadere i polmoni, avevo 6 anni, le orecchie erano assordate dai rimbombi di tutte le voci che si mischiavano in quella palestra, ed i miei occhi erano incollati alla mia futura passione. Non che fino ad allora non avessi mai respirato, in sei anni, tra risa, pianti e sogni raccontati, ne avevo consumato di ossigeno, ma fu quella volta che mi accorsi del tragitto che l’aria compie dentro di me per arrivare a riempire le spugne e concedermi il privilegio di vivere.
Era il primo giorno di scuola ed il mio desiderio era di fronte a me. Il mio primo desiderio, non di quelli che sogni per natale, incartati ed infiocchettati che giacciono sotto l’albero in attesa della mezzanotte. Questo era di più, era il sogno di condividere i miei più preziosi e gelosi giochi, era la metà mai avuta nelle mie fanciullesche solitudini passate con gli amici a giocare a biglie o a nascondino.
Capì immediatamente che tutte le mie certezze, se di certezze si può parlare a sei anni, erano crollate miseramente nell’istante in cui la vidi, ed insieme a loro crollarono le mie ginocchia che incominciarono a tremare timidamente. Troppe emozioni, fino ad allora a me sconosciute, arrivarono a presentarmi il conto della vita. Conobbi in un solo istante l’amore, la timidezza, l’incertezza, ed altre emozioni che in questo momento non so dividere da quell’uragano che mi travolse.
Disagio, ecco la parola giusta che può racchiudere quel fotogramma. Mai fino ad allora mi sentì a disagio con me stesso e con il mondo. Tutto, adesso, prendeva una nuova forma ed un nuovo peso, ed io non ero ancora pronto per affrontare quel cambiamento esistenziale, che mi faceva mettere il tutto, compreso il mio egoismo, in secondo piano. Adesso c’era lei e la situazione mi piaceva più dello zucchero filato.

giovedì 21 aprile 2011

IL TERZO GIORNO

Copro il sole con la rete, fili freschi sul mio viso, miscelazione di luce ed oscurità, confonde il mio sguardo, colori sovrapposti, disegnano l’illusione di vedere il lucido e l’opaco in me.
Mi scontro ora, con i re magi, non voglio camminare, per poi arrivare a quello che non c’è .
Rinchiudo il vento, nel mio mantello, il suono che nasce, da spazio ai miei ricordi, che tornano a rivivere, odori, gusti, attimi, eterni, si sdraiano sulla tela, in un dipinto incorniciato in me.
Mi scontro ancora, con i re magi, non voglio camminare, per poi arrivare a quello che non c’è.
Mi libero nel’ acqua, lasciandomi ondeggiare, dalla corrente, mi lascio trasportare, così il sole, libero dalla rete, il vento, lo lascio respirare, trovandomi a quattr’occhi, sorrido a quel che è.
E cammina sulle acque, mentre faccio il morto a galla,sentendo dentro, il sole caldo illuminarmi , il vento, ossigenare i miei polmoni, acqua, scendere nella gola, a dissetare l’anima al suo risveglio.
Adesso, mi trovo a camminare, rincontro i re magi, smarriti ormai da tempo, mi chiedono un’ aiuto, ed io rispondo, su quel che è, e non è.

mercoledì 6 aprile 2011

UOMO ( 20 Maggio 2008 )

Devi stare in equilibrio, non devi pensare ad altro,
mi diceva,
guarda dritto avanti a te
un passo e poi l'altro uno due senza fermarti,
ed io,
teso su quell' asse da ponteggio mobile
che ondeggiava come le campane la domenica mattina.
Si un po' meno di come l'ho descritto
anche perché sarebbe stato come il mare in burrasca.
Tu l'hai mai visto il mare in burrasca ?
Hai mai provato a sopportare le onde che ti prendono all'improvviso ?
Che ti entrano dentro nello stomaco schiacciandoti l'interno
Ed allo stesso tempo
ti rendono leggero come una piuma
prima di ributtarti giù contro il pavimento di quella zattera
che ti porta verso il futuro.
Già non sai neanche di cosa sto parlando !!!!
....e come potresti,
tu che hai avuto la fortuna
di nascere dalla parte giusta del mondo
con la pelle del colore giusto.
Devi stare in equilibrio ,
accontentati di quello che ti do
mi diceva
come se le gocce di sudore
che mi scendevano dalla fronte
fossero una mia mania di protagonismo ,
come se quel pezzo di pane e brodaglia calda della sera
fossero dei dolci che mi donava in segno di benevolenza ,
di amor di cuore suo.
Devi stare in equilibrio
continuava a ripetermi
già ma come puoi stare in equilibrio
quando lavori dalla mattina alla sera con la paura di essere preso ,
con il timore di farti del male
perché
il tuo posto di lavoro è un cantiere di anime disperate come te
senza norme di sicurezza
come ai tempi dei miei antenati
quando da schiavi alzavano le Piramidi.
Come puoi stare in equilibrio
e adesso parlo di quello mentale
quando dopo una giornata di lavoro
ritorni a casa
a piedi, sporco di calce e di polvere
che schiariscono la tua pelle
e vieni mitragliato dagli sguardi della gente
che ti fissa sul marciapiede incrociandoti e giudicandoti
senza neanche il coraggio di esprimersi ,
muti ma pensanti .
Sarà stata la fame, la stanchezza il carico eccessivo sulla mia schiena
oppure il continuar a sentire la sua voce minacciosa che mi continuava a ripetere
DEVI STARE IN EQUILIBRIO
non so dare una spiegazione ma sta di fatto che l'ho perso,
è stato un' attimo
e me lo sono sentito scappare l'Equilibrio
e tutto quello che portavo sulla schiena.
Giù lo vedevo precipitare il tubo
ed io in un istinto si sopravvivenza
sono riuscito ad aggrapparmi a quel ponteggio
proprio nell'attimo in cui
il tubo uccideva il mio compagno di sventura.
Bastardo !
mi ha strappato dai miei affetti con la promessa di un futuro
mi hai levato dalla mia terra
arida si arida ma comunque mia
con la promessa che avrei avuto la possibilità di potermi permettere un pozzo al mio ritorno,
che con i soldi guadagnati
dopo avere pagato il debito
sarei potuto ritornare ed avrei potuto irrigare la mia terra
per poter vedere crescere la vita fatta di frutta e verdura
ed avrei donato il sorriso ai miei figli seduti intorno alla tavola imbandita.
i perché dalla parte sbagliata del mondo
il sorriso di un bambino è un piatto pieno da mangiare .
La parte giusta e la parte sbagliata cos'è giusto e cos'è sbagliato ?
Si tu hai la pelle chiara ed io un po' più scura
per dirla giusta,
a detta tua
tu sei l'Uomo Bianco ed io il Negro .
Non è tanto la parola Negro che mi da fastidio
ma la mancanza di Uomo davanti a quell' offesa,
Negro come una razza animale da lavoro, i cavalli, i somari, i buoi ed i Negri
Ma io sono un uomo ,sono anche una persona
sono quello che ha ucciso un suo simile
solo per una mancanza d'equilibrio
Devi stare in equilibrio

giovedì 24 febbraio 2011

QUEL CHE I MIEI OCCHI VEDONO

Io penso che la differenza fondamentale che c'è, tra il mondo occidentale ed il mondo arabo, sia la convivenza con le proprie credenze e responsabilità.
Il mondo Occidentale prega il proprio Dio per la realizzazione dei propri desideri terreni e delega le proprie responsabilità ad un'ideologia che abbraccia una bandiera. Si divide, ognuno con la propria religione ed ognuno con IL proprio simbolo di appartenenza. Tutto questo nella storia occidentale ha sempre prodotto rivoluzioni sanguinarie di popolo che, arrivato agli estremi per la mancata realizzazione delle proprie aspettative, si è sempre ribellato bestemmiando il proprio Dio ed attaccando i propri governanti in piazze che sono sempre state campi di guerriglia.
Con la caduta del muro, avvenuta pacificamente e festosamente, è incominciato il crollo di queste credenze limitanti, sono crollate le paure e quindi è iniziato il cammino del pensiero libero.
Il mondo Arabo, prega il suo unico Dio per il benessere futuro senza mai bestemmiarlo ma si è sempre sottomesso al comando del regnante o del dittatore del momento senza attaccarsi a nessuna ideologia o bandiera ma dividendosi in clan e tribù.
Oggi siamo ad una svolta molto importante per l'umanità ed è il cambio nel modo di agire che il mondo arabo sta mettendo in atto.
Mi fa piacere riscontrare che tutte le esperienze negative che ha prodotto il popolo Occidentale siano state elaborate ed utilizzate in maniera positiva e produttiva dal popolo Arabo.
A differenza dell'occidente, la rivoluzione Egiziana è stata una richiesta esaudita da una mobilitazione pacifica e statica. Si sono seduti, hanno fatto una richiesta dettata dal desiderio di libertà . Certo che ci sono stati attimi di scontri ma questi sono stati voluti dal dittatore democratico e non dal popolo che dopo essersi solo difeso non ha contrattaccato ma si è riseduto fino a quando i vertici si sono dovuti adattare alla base.
Per la prima volta, il popolo Arabo, si è mobilitato senza l'aiuto ed il bisogno del libro sacro, neanche il fondamentalismo è riuscito ad istigare la piazza ed a differenza degli occidentali, ha riposto con rispetto la credenza nel cassetto ed ha iniziato un nuovo cammino che ha risvegliato le coscienze dei propri fratelli sottomessi da altri regimi.
Finalmente siamo all'inizio di una nuova era che si incammina senza paure e blocchi.

giovedì 27 gennaio 2011

Sono ipocrita

Io penso che la mente libera non possiede bandiere e confini,

penso che la mente libera ha idee e non è posseduta da ideali,

che conosce la paura ma non si fa dominare da essa

perchè la paura,

qualsiasi paura sia,

genera solo divisioni e chiusure e dove ci sono divisioni e chiusure

non c'è progresso umano.

Oggi è il giorno della memoria,

il momento del ricordo

mi chiedo a cosa serva ricordare uno sterminio

se non agisco per far cessare quelli attuali.

sono un'ipocrita,

ecco quello che sono

sono solo un bla bla bla .................

Il CIARLATANO

che non conosce la vergogna