giovedì 28 aprile 2011

SMARRITO E LUCIDO

La prima volta che ho sentito il respiro invadere i polmoni, avevo 6 anni, le orecchie erano assordate dai rimbombi di tutte le voci che si mischiavano in quella palestra, ed i miei occhi erano incollati alla mia futura passione. Non che fino ad allora non avessi mai respirato, in sei anni, tra risa, pianti e sogni raccontati, ne avevo consumato di ossigeno, ma fu quella volta che mi accorsi del tragitto che l’aria compie dentro di me per arrivare a riempire le spugne e concedermi il privilegio di vivere.
Era il primo giorno di scuola ed il mio desiderio era di fronte a me. Il mio primo desiderio, non di quelli che sogni per natale, incartati ed infiocchettati che giacciono sotto l’albero in attesa della mezzanotte. Questo era di più, era il sogno di condividere i miei più preziosi e gelosi giochi, era la metà mai avuta nelle mie fanciullesche solitudini passate con gli amici a giocare a biglie o a nascondino.
Capì immediatamente che tutte le mie certezze, se di certezze si può parlare a sei anni, erano crollate miseramente nell’istante in cui la vidi, ed insieme a loro crollarono le mie ginocchia che incominciarono a tremare timidamente. Troppe emozioni, fino ad allora a me sconosciute, arrivarono a presentarmi il conto della vita. Conobbi in un solo istante l’amore, la timidezza, l’incertezza, ed altre emozioni che in questo momento non so dividere da quell’uragano che mi travolse.
Disagio, ecco la parola giusta che può racchiudere quel fotogramma. Mai fino ad allora mi sentì a disagio con me stesso e con il mondo. Tutto, adesso, prendeva una nuova forma ed un nuovo peso, ed io non ero ancora pronto per affrontare quel cambiamento esistenziale, che mi faceva mettere il tutto, compreso il mio egoismo, in secondo piano. Adesso c’era lei e la situazione mi piaceva più dello zucchero filato.

giovedì 21 aprile 2011

IL TERZO GIORNO

Copro il sole con la rete, fili freschi sul mio viso, miscelazione di luce ed oscurità, confonde il mio sguardo, colori sovrapposti, disegnano l’illusione di vedere il lucido e l’opaco in me.
Mi scontro ora, con i re magi, non voglio camminare, per poi arrivare a quello che non c’è .
Rinchiudo il vento, nel mio mantello, il suono che nasce, da spazio ai miei ricordi, che tornano a rivivere, odori, gusti, attimi, eterni, si sdraiano sulla tela, in un dipinto incorniciato in me.
Mi scontro ancora, con i re magi, non voglio camminare, per poi arrivare a quello che non c’è.
Mi libero nel’ acqua, lasciandomi ondeggiare, dalla corrente, mi lascio trasportare, così il sole, libero dalla rete, il vento, lo lascio respirare, trovandomi a quattr’occhi, sorrido a quel che è.
E cammina sulle acque, mentre faccio il morto a galla,sentendo dentro, il sole caldo illuminarmi , il vento, ossigenare i miei polmoni, acqua, scendere nella gola, a dissetare l’anima al suo risveglio.
Adesso, mi trovo a camminare, rincontro i re magi, smarriti ormai da tempo, mi chiedono un’ aiuto, ed io rispondo, su quel che è, e non è.

mercoledì 6 aprile 2011

UOMO ( 20 Maggio 2008 )

Devi stare in equilibrio, non devi pensare ad altro,
mi diceva,
guarda dritto avanti a te
un passo e poi l'altro uno due senza fermarti,
ed io,
teso su quell' asse da ponteggio mobile
che ondeggiava come le campane la domenica mattina.
Si un po' meno di come l'ho descritto
anche perché sarebbe stato come il mare in burrasca.
Tu l'hai mai visto il mare in burrasca ?
Hai mai provato a sopportare le onde che ti prendono all'improvviso ?
Che ti entrano dentro nello stomaco schiacciandoti l'interno
Ed allo stesso tempo
ti rendono leggero come una piuma
prima di ributtarti giù contro il pavimento di quella zattera
che ti porta verso il futuro.
Già non sai neanche di cosa sto parlando !!!!
....e come potresti,
tu che hai avuto la fortuna
di nascere dalla parte giusta del mondo
con la pelle del colore giusto.
Devi stare in equilibrio ,
accontentati di quello che ti do
mi diceva
come se le gocce di sudore
che mi scendevano dalla fronte
fossero una mia mania di protagonismo ,
come se quel pezzo di pane e brodaglia calda della sera
fossero dei dolci che mi donava in segno di benevolenza ,
di amor di cuore suo.
Devi stare in equilibrio
continuava a ripetermi
già ma come puoi stare in equilibrio
quando lavori dalla mattina alla sera con la paura di essere preso ,
con il timore di farti del male
perché
il tuo posto di lavoro è un cantiere di anime disperate come te
senza norme di sicurezza
come ai tempi dei miei antenati
quando da schiavi alzavano le Piramidi.
Come puoi stare in equilibrio
e adesso parlo di quello mentale
quando dopo una giornata di lavoro
ritorni a casa
a piedi, sporco di calce e di polvere
che schiariscono la tua pelle
e vieni mitragliato dagli sguardi della gente
che ti fissa sul marciapiede incrociandoti e giudicandoti
senza neanche il coraggio di esprimersi ,
muti ma pensanti .
Sarà stata la fame, la stanchezza il carico eccessivo sulla mia schiena
oppure il continuar a sentire la sua voce minacciosa che mi continuava a ripetere
DEVI STARE IN EQUILIBRIO
non so dare una spiegazione ma sta di fatto che l'ho perso,
è stato un' attimo
e me lo sono sentito scappare l'Equilibrio
e tutto quello che portavo sulla schiena.
Giù lo vedevo precipitare il tubo
ed io in un istinto si sopravvivenza
sono riuscito ad aggrapparmi a quel ponteggio
proprio nell'attimo in cui
il tubo uccideva il mio compagno di sventura.
Bastardo !
mi ha strappato dai miei affetti con la promessa di un futuro
mi hai levato dalla mia terra
arida si arida ma comunque mia
con la promessa che avrei avuto la possibilità di potermi permettere un pozzo al mio ritorno,
che con i soldi guadagnati
dopo avere pagato il debito
sarei potuto ritornare ed avrei potuto irrigare la mia terra
per poter vedere crescere la vita fatta di frutta e verdura
ed avrei donato il sorriso ai miei figli seduti intorno alla tavola imbandita.
i perché dalla parte sbagliata del mondo
il sorriso di un bambino è un piatto pieno da mangiare .
La parte giusta e la parte sbagliata cos'è giusto e cos'è sbagliato ?
Si tu hai la pelle chiara ed io un po' più scura
per dirla giusta,
a detta tua
tu sei l'Uomo Bianco ed io il Negro .
Non è tanto la parola Negro che mi da fastidio
ma la mancanza di Uomo davanti a quell' offesa,
Negro come una razza animale da lavoro, i cavalli, i somari, i buoi ed i Negri
Ma io sono un uomo ,sono anche una persona
sono quello che ha ucciso un suo simile
solo per una mancanza d'equilibrio
Devi stare in equilibrio